COSA PENSO DEL BOOK TOK...La voce dei lettori conta. E può ancora fare la differenza.

 COSA PENSO DEL BOOK TOK...

📚C’è stato un momento, non molto tempo fa, in cui TikTok sembrava aver compiuto un miracolo: riportare la lettura tra i giovani, creare una comunità dove storie, emozioni e copertine si rincorrevano in loop da milioni di visualizzazioni. Quel momento aveva un nome: BookTok. Per chi ama i libri, sembrava l’inizio di una nuova era. BookTok è nato così: dal basso, senza regole, con una spontaneità che sembrava invincibile. Ma oggi qualcosa è cambiato. Basta scorrere qualche hashtag #BookTok per accorgersi che l’atmosfera è diversa. La genuinità ha lasciato spazio a un meccanismo sempre più costruito, pilotato, prevedibile. Le recensioni sono tutte simili, i commenti sembrano scritti in serie, e i libri consigliati spesso sono gli stessi — anche quando la qualità narrativa lascia a desiderare. Le case editrici e le agenzie si sono accorte del potenziale, e ora TikTok è diventato il nuovo palcoscenico dove vendere libri come si venderebbero profumi o snack. Il problema non è la promozione in sé: è l’omologazione. Recensioni entusiaste, slogan ripetuti a memoria, clip emotive create su misura per generare engagement, non per condividere un’esperienza reale di lettura. Oggi si scrivono libri pensati per diventare virali su TikTok, non per lasciare qualcosa a chi li legge. Trame costruite per “rompere” l’algoritmo, con scene ad effetto, colpi di scena forzati e copertine studiate per brillare nei reel. Questo porta a un risultato preoccupante: libri che vendono tanto ma vengono letti poco. Anche le recensioni risentono di questo clima. Alcune sembrano scritte da agenzie pubblicitarie più che da lettori: elenchi di complimenti generici, zero dettagli, nessuna emozione vera. Quando una recensione dice “bellissimo, lo amerete!” ma non spiega perché, come, in che modo ha colpito chi leggeva, non è più un’opinione: è una vetrina, oppure quelle recensioni prolisse piene di elogio allo "scrittore che sembrerebbe aver creato l'opera del secolo", artificiose al punto che sono fastidiose da leggere, da sentire. E i lettori veri, quelli che cercano pareri sinceri, cominciano a capirlo. Per fortuna ci sono ancora BookToker autentici, che leggono con passione, parlano con sincerità, fanno scelte coraggiose e non seguono il gregge. Sono meno visibili, certo, ma ci sono. E stanno resistendo. Alcuni stanno persino abbandonando TikTok per spazi più liberi, più veri, dove la lettura è ancora un atto intimo e personale. Dobbiamo tornare alla voce dei lettori veri. Quelli che scrivono recensioni oneste, anche se brevi. Che parlano di un libro anche se non è virale. Che condividono la lettura come esperienza, non come tendenza. Perché un libro non è un prodotto da “spingere”. È una storia da vivere. E leggere.

La voce dei lettori conta. E può ancora fare la differenza.




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